GLI EFFETTI DEL JOBS ACT (E DELLA LEGGE DI STABILITA' 2015) SUL MERCATO DEL LAVORO PIACENTINO

  di: Ufficio statistica della Provincia di Piacenza

I primi mesi del 2015 sono stati caratterizzati dall’introduzione, all’interno di un mercato del lavoro che presenta ormai elevati livelli di precarizzazione, di due normative finalizzate ad aumentare i rapporti stabili di lavoro alle dipendenze: il Jobs Act (Legge 183 del 10.12.2014), che ha introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, e la Legge di stabilità 2015 (Legge 190 del 23.12.2014), che ha introdotto degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato realizzate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015, poi confermati - in forma ridotta - anche nel 2016.
Piacenz@ pubblica un’analisi a cura dell’Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza sugli effetti del Jobs Act e della decontribuzione rispetto all’obiettivo della stabilizzazione dei contratti di lavoro, da realizzarsi attraverso una costante crescita dei contratti a tempo indeterminato.
Lo studio mette in evidenza dapprima i risultati a livello nazionale, per poi approfondire la questione a livello locale, attraverso l’esame dei dati forniti dal “Sistema Informativo Lavoro dell’Emilia Romagna (SILER)”. Sono stati qui analizzati in particolare gli avviamenti al lavoro realizzati dalle imprese localizzate sul territorio provinciale a partire dall’entrata in vigore del Jobs Act, cioè dal 7 marzo 2015, e per i semestri successivi fino al 6 marzo 2017, facendo una comparazione con i corrispondenti semestri degli anni precedenti per avere un’indicazione delle variazioni tendenziali.



I risultati, di fatto coincidenti con la dinamica rilevata a livello nazionale, mettono in evidenza come nei primi due semestri del 2015/16 – quando la decontribuzione è massima – le assunzioni con contratto a tempo indeterminato aumentino rispettivamente del 77% e del 51% rispetto agli stessi semestri dell’anno precedente, con un guadagno complessivo di circa 3.500 avviamenti, mentre nei due semestri del 2016/17 - a decontribuzione ridotta - si osserva invece per esse una contrazione del 29 e del 18 per cento, con una perdita di 2.100 posizioni stabili. Andamento opposto invece per le assunzioni con contratto a tempo determinato, con un picco nella parte finale del periodo di osservazione.

In conclusione sembra emergere che, tanto a livello nazionale che a livello locale, l’obiettivo di spostare permanentemente, in modo strutturale, la distribuzione dei nuovi contratti di lavoro a vantaggio di quelli a tempo indeterminato, non è stato pienamente raggiunto. Infatti la riduzione della decontribuzione è coincisa con un ritorno all’andamento precedente alla riforma. Anche se non vanno trascurati alcuni aspetti indubbiamente positivi che le misure varate nel loro insieme hanno determinato. In particolare a livello locale emerge il forte impatto sull’occupazione giovanile, per quanto limitato ai mesi di vigenza della decontribuzione. Un dato che appare confermato anche dai recenti dati Istat sulle forze di lavoro che evidenziano una riduzione della disoccupazione in questa fascia di età.

Fonte: elaborazioni Ufficio Statistica Provincia di Piacenza su dati SILER

In allegato lo studio completo 

 





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  • 10/5/2017   -   1266 letture  
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